Consolidamenti e reperti

Solaio ultimato, si è creata una piccola scala di accesso che conduce all’affresco, la più sorprendente delle ricchezze della Domus collocata nel “triclinio”, quella che oggi è per noi la sala da pranzo.

A differenza di molti dipinti del periodo romano, è evidente la presenza di un nuovo colore, un azzurro vivido e perfettamente conservato nel tempo, in cui si colloca una sorta di palcoscenico con due amorini in rilievo che reggono un drappo verde.

L’affresco è reso nel “quarto stile pompeiano”, definito anche “illusionismo prospettico”, rappresentato da una forte ricerca della prospettiva attraverso la rappresentazione di finestre, balconate e sovrapposizioni di diversi piani.

Questo tipo di pittura, però, fallisce nel tentativo di divenire realistica, anzi i numerosi dettagli ed ornamenti presenti finiscono per renderla prettamente decorativa, una sorta di stile “barocco” dell’epoca romana.

Nella zona superiore, iniziano i lavori di scavo attorno agli “scolatoi”, un tempo utilizzati letteralmente per “scolare” i defunti, fino all’essiccamento delle ossa che rendeva i corpi quasi “mummificati”.

Nel frattempo, gli scavi continuano a portare alla luce un gran numero di reperti, pezzi di affresco, rilievi, crolli dell’antica struttura in opus reticolatum (o a nido d’ape, la tecnica edilizia più utilizzata nel periodo romano), elementi che hanno dato corpo all’idea di un diverso concetto di Museo.

Gli oggetti sono infatti custoditi nel vicino “Museo del Viaggio”, ed alla sua apertura i visitatori potranno non unicamente ammirarli, ma anche assistere al loro restauro.

 

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