La sua scoperta pare risalire in realtà agli anni Venti anni del ‘900, quando un macellaio, nel creare un corridoio in cui mantenere fresche le carni, si trovò di fronte ad una struttura sepolta.
Per anni quel tesoro è rimasto nascosto ad intere generazioni, fino all’ottenimento dei fondi necessari per l’inizio dei lavori.

Si tratta di una classica Villa “Marittima” dell’epoca romana, molto simile a quelle della vicina Capri e delle numerose sparse lungo la costiera Amalfitana. Questo tipo di costruzione era un vero e proprio status delle famiglie più agiate, solitamente appartententi alla classe senatoria romana.

Chi fosse il proprietario di questa sontuosa villa è però ancora incerto, ma numerosi fonti fanno riferimento a Posides Claudi Caesaris, un liberto dell’imperatore Claudio, dal cui nome deriverebbe il toponimo di Positano.

Gli archeologi della Sovraintendenza di Salerno hanno dato quest’anno il via agli scavi, portando alla luce l’antica villa, sepolta dall’eruzione del Vesuvio del ’79, che distrusse anche le vicine Pompei ed Ercolano.

Ciò che è emerso durante i lavori ha lasciato ogni giorno senza fiato: affreschi di notevole dimensioni quasi completamente intatti, colori ancora vividi e sgargianti, rilievi, pavimenti in mosaico ed elementi che hanno lasciato facilmente comprendere la divisione interna della villa.

In particolar modo, lascia davvero stupefatti un grande affresco quasi completamente intatto, situato nella sala principale della domus: in esso è raffigurato un ippocampo ed un’aquila adagiata su un globo, rispettivamente a sinistra ed a destra dell’opera, mentre al centro compaiono un pegaso e due amorini in stucco resi in rilievo.
Il tutto è incorniciato da una finta architettura di architravi e soffitti cassettonati, grappoli d’uva, ghirlande ed un grande drappo verde tenuto dai due amorini, come ad aprire un sipario sulla parte centrale dell’affresco. Il tutto incentrato sulla gamma cromatica dell’azzurro e dell’ocra, colori ben lontani dal più conosciuto rosso pompeiano che rendono letteralmente unica la decorazione.

I resti della Villa si trovano sotto la Chiesa di Santa Maria Assunta che sorge nel cuore della cittadina Positanese, esibendo la sua imponente cupola maiolicata che impreziosisce ulteriormente i colori e l’architettura del borgo.

La sua fondazione si fa risalire al X secolo, ad opera dei pestani in fuga dalle invasioni saracene, ed il suo primo nucleo era costituito da una Chiesa medievale fondata dai benedetti ed eretta appunto in onore della Vergine. L’attuale intestazione legata anche a S. Vito è consecutiva alla distruzione di un’altra struttura ecclesiastica dedicata al Santo, patrono della cittadina costiera.

Vi sono numerose ricchezze all’interno della Chiesa, tra cui il busto di San Vito e la preziosa icona bizantina della Vergine nera col Bambino, ed ad essi si è recentemente aggiunta una grande scoperta di ciò che il suo sottosuolo custodiva: una villa romana che si stende non unicamente sotto il perimetro della struttura, ma occupa il suolo di tutto il cuore Positanese.